La rottura del legamento crociato anteriore rappresenta una delle patologie più comuni in tutto il mondo sia tra gli sportivi professionisti che tra quelli amatoriali. Spesso comporta la necessità di ricorrere ad interventi chirurgici particolarmente traumatici che necessitano di una lunga fisioterapia e di un lento ritorno alle precedenti attività.

Il legamento crociato anteriore è una struttura molto importante nella fisiologia del ginocchio in quanto rappresenta uno stabilizzatore fondamentale ed in particolare dello spostamento anteriore della tibia rispetto al femore. Ha quindi sicuramente un ruolo di primo piano dal punto di vista della funzionalità meccanica dell’articolazione. Oltre a questo scopo, differenti studi scientifici, nel corso degli anni, dimostrano come la sua funzione sia anche propriocettiva. Con il termine di propriocezione si intende la capacità del cervello di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, assumendo quindi un’importanza fondamentale nel meccanismo di controllo del movimento. Tale capacità viene assicurata dalla presenza nel contesto del legamento crociato su specifici recettori capaci di avvertire il movimento e lo stato di tensione a cui è sottoposto lo stesso legamento. Tale capacità si ripercuote sui muscoli che circondano il ginocchio, ed in particolare sul muscolo quadricipite, che vengono stimolati sulla base delle informazioni provenienti da questo tipo di sensibilità.
Pertanto, quando avviene una rottura del legamento crociato anteriore, non sarà compromessa soltanto la stabilità del ginocchio ma anche altro! Una delle ripercussioni più riscontrabili è la perdita di tono muscolare del quadricipite del lato affetto che comporta un suo parziale ipotonismo.

Come fare per evitare la perdita di tale capacità?

Purtroppo al momento con la ricostruzione di un legamento lesionato la chirurgia può restaurare solo la funzione meccanica del legamento ma non quella sensitiva. Una soluzione che emerge sempre più dalla letteratura scientifica è la necessità di conservare parte del legamento residuo in modo da permettere, almeno in parte, la persistenza in sede dei recettori che permettono la permanenza di questa capacità. Uno dei modi più efficienti per preservare il residuo del legamento rotto è l’utilizzo del legamento sintetico LARS. Tale legamento, particolarmente osteggiato in passato, si sta dimostrando sempre più una soluzione sicura ed affidabile.

Questo impianto permette, a differenza di altre tipologie di interventi, la persistenza del moncone rimanente del legamento crociato poiché il suo impianto non richiede la rimozione completa del legamento crociato anteriore. Il suo utilizzo prevede il recupero pressoché completo del residuo poiché il legamento sintetico viene utilizzato in modo da penetrare all’interno del legamento crociato nativo venendo avvolto da esso.
Questo permetterebbe il mantenimento della capacità propriocettiva residua con un recupero postoperatorio più rapido ed un minore perdita di tono muscolare tanto maggiore quanto minore sarà la distanza tra la rottura e l’intervento chirurgico.

Fig. Il legamento sintetico LARS viene fatto penetrare all’interno del legamento nativo preservandolo e dandogli sostegno.