Dopo il prelievo di alcuni ml di tessuto adiposo da addome o glutei e sua processazione con strumentario dedicato, le cellule staminali ivi presenti vengono isolate ancora attaccate ai vasi capillari ed iniettate all’interno dell’articolazione durante intervento in artroscopia. In caso di lesioni condrali non eccessivamente diffuse i risultati sono ottimi.


In corso di artroscopia, valutata l’entità della lesione condrale del paziente, il chirurgo plastico pratica accesso al sottocute in maniera simmetrica su entrambe le regioni glutee o in regione addominale in sede mediana. Introduce a questo punto una cannula nell’accesso dalla quale inietta una soluzione (soluzione di Klein) che “gonfia” il tessuto adiposo discostandolo dai tessuti contigui, per poi estrarla e sostituirla con una cannula di calibro maggiore.

Tale cannula funge da strumento di suzione, in quanto collegata ad una siringa a pressione negativa che inizia ad aspirare il tessuto adiposo “grattato” via dal chirurgo col movimento della cannula in più direzioni. Il prodotto di suzione viene trasferito in altre siringhe dove viene lasciato a riposo per circa 2-3 minuti in posizione verticale, tempo in cui, per caduta, si depositeranno sul fondo i residui acquosi ed ematici, lasciando in superficie il tessuto adiposo ricco di cellule staminali mesenchimali (periciti).

Viene successivamente trasferito in un sistema irrigato a micronizzazione meccanica delle particelle dove la percentuale di tessuto adiposo privo di cellule staminali è scartato, mentre il concentrato adiposo con ricco di staminali è prelevato con una nuova siringa ed iniettato in articolazione nella fase conclusiva dell’artroscopia, rigorosamente a secco.