Quando la PMG fallisce per scollamento, traumatico o meno, o per eccessiva usura nel corso dei decenni, è possibile sostituirla con una nuova PMG, che può essere semplice o da revisione a seconda della quantità ossea residua.
La PMG da revisione, sul versante tibiale, è dotata di un terzo elemento in Cromo Cobalto Molibdeno (detto wedge) che aumenta la superficie d’appoggio del polietilene là dove l’osso residuo della tibia, dopo rimozione della precedente PMG, è scarso.
Incisa la cute e l’articolazione sulle precedenti cicatrici, si espone la protesi precedentemente impiantata e divenuta ormai dolorosa, procedendo alla verifica della mobilizzazione. Si continua dunque asportando entrambe le componenti mobilizzate ed alla bonifica dei tessuti residui lavando abbondantemente con fisiologica e betadine.
In caso di buona quantità di osso residuo in tibia, si tende unicamente a regolarizzarne la superficie; in caso contrario si conforma una nicchia nella zona metafisaria in cui alloggiare una wedge in CrCoMo sulla quale viene successivamente collocata la classica componente tibiale in polietilene.
La componente femorale è sempre sostituita senza utilizzare alcun augmentation. La fissazione all’osso avviene tramite cementazione ed in caso di utilizzo del wedge tibiale, questo è fissato sia all’osso sottostante che alla componete tibiale sovrastante con doppia cementazione. Una volta solidificato il cemento si passa poi alla sutura per piani.