In caso di dolore inguinale insorto in paziente portatore di PTA, con segni di riassorbimento osseo acetabolare all’RX e/o alla scintigrafia od addirittura mobilizzazione franca della coppa acetabolare, l’intervento di elezione risulta essere la sostituzione del cotile.


Si pratica accesso cutaneo in corrispondenza della precedente cicatrice chirurgica e stesso dicasi per i piani sottostanti, fino ad arrivare all’esposizione della protesi. Si valuta la stabilità dinamica delle componenti e si passa alla rimozione di testina ed inserto acetabolare. Si valuta dunque la stabilità dello stelo, che solitamente appare ben ancorato al canale femorale, e si passa dunque alla valutazione del cotile che, al contrario, appare mobilizzato e facile da estrarre.

In caso di buona superficie ossea residua alle spalle del cotile si può reimpiantare, dopo regolarizzazione della superficie ossea, nuovo cotile non cementato osteointegrante; se la superficie ossea appare discreta ma che allo stesso tempo non regala grandi sicurezze di tenuta, si procede con l’impianto di cotile cementato; in caso di fondo acetabolare scarso in quantità e qualità ossea , si procede con l’impianto di cotile cementato con, in alternativa, supplemento di chips ossee eterologhe o espansioni di contenimento (anello di Burch-Schneider, anello di Muller, anello di Kerboul, anello octopus). Si sostituiscono infine l’inserto in polietilene e la testina, si riduce la lussazione e si valuta la stabilità dell’impianto. Si passa infine alla ricostruzione per piani ed alla sutura cutanea.



In caso di dolore localizzato al terzo medio della coscia in paziente portatore di PTA, con segni di riassorbimento osseo all’RX e/o alla scintigrafia o franca mobilizzazione dello stelo, con il cosiddetto “effetto punta” consistente nell’infissione della punta dello stelo (dopo mobilizzazione)all’interno dello spessore della corticale femorale, l’intervento d’elezione risulta essere la revisione dello stelo.


Si pratica accesso cutaneo in corrispondenza della precedente cicatrice chirurgica e stesso dicasi per i piani sottostanti, fino ad arrivare all’esposizione della protesi. Si valuta la stabilità dinamica delle componenti e si passa alla rimozione di testina ed inserto acetabolare. Si valuta dunque la stabilità dello stelo, che appare solitamente mobilizzato e di facile estrazione.

In caso di stelo cementato sarà necessario asportare tutto il cemento presente nel canale. Si cruentano, con strumentario dedicato, le superfici interne al canale e si impianta un nuovo stelo di dimensione differente. Si valuta quindi il cotile, che appare saldo e ben ancorato all’ossoacetabolare. Si sostituiscono dunque l’inserto in polietilene e la testina, si riduce la lussazione e si valuta la stabilità dell’impianto. Si passa infine alla ricostruzione per piani ed alla sutura cutanea.