In caso di mobilizzazione asettica di entrambe le componenti (evenienza rarissima) o di infezione periprotesica, l’intervento obbligato è la revisione in blocco della PTA.


Si incide la cute sulla precedente cicatrice chirurgica e stesso dicasi per i piani sottostanti. Si eseguono tamponi e si prelevano campioni da analizzare microbiologicamente in ogni piano attraversato. Si espone la protesi e si procede alla rimozione di ogni sua componente. Si prelevano campioni da analizzare dal fondo dell’acetabolo e dall’interno del canale femorale dopo la rimozione della protesi.

Valutata la situazione periarticolare relativa all’apparente compromissione dei tessuti molli periprotesici, il chirurgo ha 2 possibili alternative: tecnica one stage, in cui sostituisce di primo acchitto la protesi con una nuova a maggiore stabilità, bonificando nel miglior modo possibile tutta la zona periarticolare e sottoponendo il paziente per le 6-8 settimane successive a terapia antibiotica mirata; tecnica two stages, dove dopo la rimozione della protesi il pz è sottoposto all’impianto di un cemento spaziatore antibiotato nel canale femorale e nell’acetabolo per 6-8 settimane, periodo in cui sarà sottoposto anche a terapia antibiotica mirata, passate le quali (al regolarizzarsi degli indici infiammatori che saranno valutati periodicamente nel tempo con degli esami ematici) il paziente sarà rioperato per la rimozione dello spaziatore ed impianto di nuova protesi a maggiore stabilità, continuando la terapia antibiotica per altre 4-8 settimane, monitorando sempre, con cadenza periodica, gli indici infiammatori.