Nei difetti condrali/osteocondrali isolati e di non eccessiva dimensione è possibile attuare la tecnica di trapianto osteocondrale ideata dal dr. Kevin Stone, chiamata Stem cell paste grafting, ossia “trapianto di pasta osteocondrale”.


La lesione viene ripulita dalla cartilagine fibrillare e la sua base è perforata con un punteruolo artroscopico per causarne il sanguinamento.

Il tessuto per l’innesto è raccolto dalla porzione di non carico del condilo femorale laterale (all’interno del pivot centrale) tramite un estrattore che cattura il tessuto presente nel mezzo (osso e cartilagine) accumulandolo all’interno di un raccoglitore. Rimosso l’estrattore, si pone il tessuto raccolto all’interno di uno strumento apposito per sbriciolarlo e, una volta eseguita tale manovra, lo si riaccumula in un iniettore che lo posizionerà (sempre artroscopicamente) all’interno della lesione per colmarla.

Al rilascio della fascia pneumoischemica alla radice dell’arto, l’autotrapianto si impregnerà di sangue proveniente dal midollo osseo.